architettura film Koolhaas Houselife

10 MODI per incontrare l’architettura godendosi un buon film (Prima Parte)

Anche quest’anno Sanremo è finito e non abbiamo più l’appuntamento serale che per una settimana ci aveva evitato il dramma di decidere cosa guardare dopo cena.
Ecco in vostro soccorso i primi 5 film che potrebbero interessarvi e indirettamente avvicinarvi all’architettura, dalla trama alle inquadrature singolari!

01 My architect di di Nathaniel Kahn, 2003
È un film documentario del 2003 sull’architetto americano Louis Kahn (1901-1974) realizzato da suo figlio Nathaniel Kahn. Aspetto non del tutto trascurabile se si pensa che l’oggetto di My Architect è la conoscenza di un padre perduto all’età di 11 anni in un quadretto familiare articolato. Infatti Nathaniel Kahn è uno dei due figli illegittimi dell’architetto che, come qualsiasi bambino farebbe, ha sempre sperato che suo padre vivesse con lui e la madre. Tuttavia nel 1974, Louis Kahn fu trovato morto in un bagno di una stazione della metropolitana di New York.
Il film oltre a tracciare le tappe importanti della vita dell’architetto dalla fuga dal ghetto ebraico alle più importanti opere realizzate, narra la storia di un figlio alla ricerca delle sue radici, di un rapporto perso prematuramente, attraverso i racconti di colleghi, professionisti e studenti per delineare la personalità del padre Louis, prima ancora che dell’architetto Kahn.

 

 

02 Koolhaas Houselife, 2008
“Primo progetto della serie Living Architectures, Koolhaas Houselife ritrae uno dei film capolavoro dell’architettura contemporanea. Il film fa entrare lo spettatore nell’intimità quotidiana della casa attraverso le storie e le faccende quotidiane di Guadalupe Acedo, la governante, e delle altre persone che si occupano dell’edificio. Pungente, divertente e commovente. “ così viene definito il film Koolhaas Houselife dai registi Beka & Lemoine. Effettivamente questo documentario sulla famosa maison a Bordeaux di Koolhaas piuttosto che optare per un film diretto per celebrare lo splendore di questa casa meccanica a tre piani con pareti mobili e pavimenti scorrevoli, si concentra su un lato piuttosto diverso di questa impresa architettonica.
Infatti i registri offrono il punto di vista di chi più di tutti entra in contatto con ogni superficie di questa architettura: gli addetti alle pulizie. Il documentario rompe con i classici elogi, quasi sacrali dell’architettura, ponendo una riflessione sul rapporto su lo spazio architettonico e chi lo vive a 360°.

 

 

03 City Dreamers, 2018
City Dreamers è un film sul nostro ambiente che cambia e su quattro donne architetto pioniere che hanno lavorato, osservato e pensato alle trasformazioni che modellano le città per oltre 70 anni. Phyllis Lambert, Blanche Lemco van Ginkel, Cornelia Hahn Oberlander e Denise Scott Brown potrebbero non essere nomi familiari, ma le loro carriere, hanno lasciato un segno indelebile in diverse città.
Per un po’ di sano femminismo, è soddisfacente sapere che queste donne, nate negli anni Venti, detengono i titoli di architetto, urbanista, architetto del paesaggio, curatore, educatore e/o attivista e hanno accumulato una lunga lista di risultati illustri e pubblicazioni. Il film City Dreamers merita di essere visto affinché l’impegno e il sacrificio di queste grandi donne sia più ampiamente conosciuto, ma soprattutto si celebri l’ideologia che le ha unito: la speranza di una città umana e inclusiva.

 

 

04 Manhattan, 1979
La pellicola in bianco e nero è una commedia romantica che racconta le vita di Isaac e Mary sullo sfondo della città newyorkese, evidenziando ancora una volta l’amore di Woody Allen per la città di New York.
Infatti più che un film potremmo descriverlo come un storytelling fotografico del distretto di Manhattan. Lo stesso Allen ha detto “È la mia visione romantica e personale della vita a Manhattan. Mi piace pensare che se tra cent’anni la gente lo vedrà, imparerà qualcosa di cos’era la vita in città negli anni Settanta”.
Essendo il ritratto della città agli occhi di Woody Allen, questo film non deve essere descritto ulteriormente, dovete solo premere play e lasciarvi trasportare dal racconto romantico di Manhattan.

 

 

05 Inception, 2010

Sogno o son desta? Probabilmente è quello che si chiedeva Arianna (Elliot Page), la prima volta che ha incontrato Dom Cobb (Leonardo DiCaprio), non tanto per la sua bellezza, ma per la proposta di lavoro che le viene offerta. Dom e il suo partner Arthur (Joseph Gordon-Levitt) infatti eseguono spionaggio aziendale illegale entrando nelle menti subconsce delle loro prede e Arianna, una giovane studentessa architetto, viene incaricata di progettare il labirinto dei paesaggi del sogno.
È straordinario pensare di poter realizzare degli scenari con la forza della mente e guardando Inception si prova un po’ di invidia per Arianna che crea così tante opere senza mai fare nottata su Autocad.
Come ogni film di Christopher Nolan, il finale è ambiguo, ma da alcune interviste rilasciate dagli attori si può capire quale fosse lo scopo del regista.

 

 

Settima prossima sganceremo gli altri 5 titoli! #staytuned

A cura di Mariachiara Cocchiararo