Come arredare cameretta bambini

Come arredare la cameretta dei bambini. Intervista a Riccardo Pardini

Arredare la cameretta dei bambini è un compito dei grandi. Ma a cosa devono stare attenti gli adulti?
Lo abbiamo chiesto all’amico e pedagogista Riccardo Pardini. 

Un bambino non è solo un bambino: è un ingegnere adesso, un medico subito dopo, poi architetto, supereroe, artista, veterinario, astronauta, clown, mago… che invidia, vero?
Noi abbiamo perso questa facoltà, e perdendola ci siamo dimenticati com’era importante il posto in cui la esercitavamo:  “facciamo finta che…” è la formula magica, semplice e potente, che permette ai più piccoli di catapultarsi oltre se stessi, in cerca di possibili identità, ruoli e nuovi confini.

I più piccoli negoziano continuamente relazioni, costruiscono reti, delimitano spazi in continuo equilibrio tra realtà e fantasia, tra vero e possibile. “Far finta che…”  rappresenta il principio guida per le continue prove generali di ciò che essi stessi saranno in futuro. Bastano infatti un paio di sedie, un vecchio lenzuolo e una grossa scatola di cartone per far comparire nel mezzo del salotto un fortino militare dalla cui torre avvistare pirati, indiani o altre fantastiche creature. Allo stesso modo, bastano poche matite colorate, un vecchio nastro e un canovaccio (sottratto alla cucina) per allestire sul proprio lettino il più grande ospedale per bambole e pupazzi, https://www.careddi.com/ con buona pace del gatto di casa che nel migliore dei casi ha già trovato un riparo per sfuggire alle cure, troppo zelanti, del “primario” di turno.

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Ecco perché è importante che i bambini abbiano uno spaziotutto loro. Una camera, non importa quanto grande, pensata, costruita ed allestita proprio per quei piccoli lì, che vivono con noi e dei quali conosciamo i talenti e la personalità. Uno luogo privilegiato e un ponte importante che collega fisicamente le dimensioni privata e pubblica dell’identità.
Uno spazio tutto proprio, certamente regolato dalle leggi generali che dettano grandi. Un luogo in cui, ad esempio, non si mette banalmente “in ordine” ma s’impara il valore e la cura delle proprie cose, alle quali trovare ed assegnare un posto.

 

Un luogo tranquillo in cui riposare, ritirarsi, stare un po’ con se stessi, accogliere gli amici, “ragionare” sui nemici, costruire e misurarsi con il “fare” in autonomia e la cura di sé


Qual è l’errore più frequente che facciamo noi “grandi” nell’arredare la cameretta dei bambini?

 

La “cameretta” non dev’essere un luogo da progettare semplicemente secondo il nostro gusto ed in linea estetica con la casa. Il rischio, per noi adulti, è di pensare qualcosa che renda troppo adulti anche loro o, a volte, di cedere ad un gusto lezioso pseudo-infantile che mal si concilia la possibilità di creare, sporcarsi, sperimentare in quello stesso spazio. https://analbeads.pro/

Dev’essere un ambiente accogliente da vivere anche la notte (quando si allungano le ombre delle normali paure infantili) allorché, improvvisamente, l’abat-jour sulla mensola si muta in un drago sputafuoco che impedisce di prender sonno e fa correre nel lettone dei grandi per essere rassicurati e ricondotti nel lettino.

La cameretta è un luogo di crescita e, come tale, deve rispondere in modo funzionale e creativo ai bisogni irrinunciabili dei bambini. Sentirsi al sicuro, crescere interagendo con il mondo ed in graduale autonomia, coltivare il personale talento e le inclinazioni di ognuno, strutturare la  dimensione privata e del pudore. Attraverso lo spazio fisico sperimentiamo dimensioni e confini che, introiettati, diventano veri e propri tratti personali e competenze relazionali.

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E se la cameretta non c’è perché manca spazio?

Può, a seconda delle contingenze familiari e di varie necessità,  mancare la cameretta ma non deve mai mancare uno spazio, almeno un angolo dedicato ai piccoli e di loro competenza.

Un angolo ben delimitato, protetto e simbolico in cui poter fare, costruire, progettare, riposare e anche “annoiarsi”. Uno spazio che in maniera chiara e manifesta è stato allestito e pensato per loro, che raccolga le loro cose e che li renda “presenti” in una casa di adulti, mostrando loro d’essere visti ed ascoltati. Uno spazio tutto loro e a loro immagine. Che ne rispetti le dimensioni, i colori, i ritmi e le esigenze.

 

I più piccoli negoziano continuamente relazioni, costruiscono reti, delimitano spazi in continuo equilibrio tra realtà e fantasia, tra vero e possibile

 

come arredare la cameretta dei bambini

Cosa sarebbe meglio che non ci fosse?


La televisione, ad esempio, dovrebbe essere una grande assente. Non lasciamogli neanche oggetti preziosi che comportano responsabilità. Togliamo tutto quello che li porta ad essere poco interattivi con l’ambiente esterno, non lasciamogli troppo presto strumenti (telefonini, tablet…) su cui gli adulti dovrebbero, ancora per qualche anno, far sentire il proprio ruolo di regolatori.

Dovrebbe mancare la possibilità di conservare o gestire cibo.
Ovviamente, evitiamo eventuali pericoli strutturali. Lo spazio della cameretta, gli oggetti, gli arredi e i colori dovrebbero consentire ai bambini di trovare un contenitore protetto dove gestire le proprie emozioni (anche quelle spiacevoli) e lo stress. Questo consente anche a noi adulti di sentirci tranquilli mentre i piccoli giocano in camera senza esercitare un controllo intrusivo e ansiogeno. A “portata di sguardo e voce” ma in autonomia e pienamente assorbiti dalle proprie attività infantili.

 

Fratelli? Consigli per l’uso se condividono uno spazio o se possono non condividerlo.

Niente di più bello, almeno da piccoli, dell’esser in camera con fratelli e sorelle.

Questo consente di sentirsi meno soli, fantasticare insieme, negoziare spazi e necessità, condividere esperienze e tempi, sperimentare i conflitti.

Ovviamente, crescendo cambiano le esigenze e le inclinazioni personali e si sviluppano secondo direzioni del tutto dissimili. E’ sempre importante, dunque, nella condivisione della stesa cameretta che le peculiarità di ognuno compaiano ben chiare e delimitate in piccoli spazi diversi. Ognuno deve poter avere un proprio territorio, con le proprie cose, i propri oggetti cari e i propri simboli.

Un territorio che, pur in una stanza condivisa, gli altri possano rispettare; deve incarnare nel mondo reale ogni passaggio evolutivo del nostro mondo interiore, che costruiamo e decostruiamo continuamente nel processo che ci rende individui distinti e differenti da tutti, ma simili ed appartenenti ad una comunità.

 

E se per la cameretta non c’è spazio? Almeno un angolo dedicato, che sia ben delimitato, protetto e simbolico, in cui poter fare, costruire, progettare, riposare e anche “annoiarsi”.

 

 

Morale della favola?

 Care mamme e cari papà, poco importa se la camera dei bambini è perfettamente in linea con lo stile dell’intero appartamento o meno. Poco importa se è elegante, in tinte pastello o identica a quanto NOI avremmo pensato ancor prima di diventare genitori.

Un consiglio? Chiedete ai piccoli e fatevi portavoce con i vostri architetti. Ancora meglio sarebbe se il vostro di architetto incontrasse anche solo per pochi minuti il “mini-architetto che avete in casa” e che abiterà la cameretta in oggetto.

Ancor meglio se davanti ad un gelato. Certo, assicuratevi di parlare proprio con lui e non con un cavaliere o con un super eroe dei cartoni perché potrebbe esser pericoloso ai fini del progetto.
O forse no! Ripensandoci, potrebbe risultare terribilmente creativo!

 

Chi è Riccardo Pardini: Pedagogista e mediatore familiare, Riccardo è toscano di nascita e milanese d’adozione. Specializzato nella consulenza pedagogica alla famiglia, alla coppia e alla persona, da anni si occupa anche di mediazione familiare nei casi di separazione o divorzio contraddistinti da alti livelli di conflitto.

 

 

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